26 MARZO 2015

 

Non è più possibile tollerare il silenzio delle Istituzioni sul mancato riconoscimento di Augusto Di Meo come testimone di giustizia. Lo dicono a chiare lettere il Comitato don Diana e Libera provincia di Caserta. Lo hanno scritto in una missiva indirizzata al Presidente della Repubblica, Presidente della Commissione Centrale per la definizione e applicazioni di misure di protezione, a Franco Roberti, procuratore nazionale della DNA, al Presidente della Commissione Antimafia. Una ulteriore sollecitazione che è stata però nuovamente lasciata senza risposta.

Non aver ancora riconosciuto, sebbene siano trascorsi 21 anni, Augusto Di Meo come testimone di giustizia per essere stato testimone dell’omicidio di don Diana e aver contribuito in maniera sostanziale alla condanna del responsabile, secondo il Comitato don Diana e Libera Caserta, è una colpa che non può più passare sotto silenzio.

Le innumerevoli rassicurazioni, che non hanno però prodotto alcun tipo di risultato, fatte a Di Meo ci impongono in maniera ancora più forte rispetto al passato di guardare al caso come ad una evidente ingiustizia.

Troppe cose non hanno funzionato ed è giunto il momento di porvi rimedio, anche se con grave ritardo.                   Il contributo di Augusto Di Meo è stato riconosciuto dalla suprema corte di Cassazione come fondamentale, così come è scritto nella sentenza emessa il 4 marzo del 2004.

Di Meo è oggi, un punto di riferimento per migliaia di giovani che arrivano a Casal di Principe e vogliono sapere come venne ucciso don Giuseppe Diana, dunque la sua testimonianza non solo ancora continua ma si rafforza sempre di più e questo senza che dagli apparati istituzionali arrivi un formale riconoscimento del suo status.

I nostri giovani hanno bisogno di validi esempi di insegnamento e Di Meo lo è stato e lo è ancora. A noi tutti la responsabilità di essere coerenti e credibili.