COMITATO DON PEPPE DIANA E LIBERA CASERTA:

PER ‘LA BALZANA’ SI SCELGA RIUTILIZZO APPROPRIATO E TAVOLO DI CONFRONTO

Il recupero e il riutilizzo sociale della tenuta agricola confiscata alla camorra denominata “La Balzana” è uno dei maggiori punti di criticità nella vicenda dei beni confiscati della provincia di Caserta e dell’intera regione.

In più occasioni, negli anni scorsi, abbiamo sollecitato le Istituzioni ed autorità competenti a porre in essere iniziative ed attività di immediato riutilizzo, prevenendo il depauperamento e il degrado che invece sono avanzati negli anni e dando ai cittadini di Santa Maria la Fossa e dell’intero territorio la possibilità di “vivere” quello straordinario complesso agricolo dalla nobile storia produttiva, sentendolo finalmente proprio. Dobbiamo dire, che le ipotesi di riutilizzo oggi messe in campo da Agrorinasce non ci convincono per niente. Rappresentano dal punto di vista normativo una forzatura e tradiscono interamente lo spirito della legge sul riuso sociale dei beni confiscati che non prevede e non consente una sorta di privatizzazione di questi particolari beni pubblici.

Nel recente passato abbiamo avanzato precise proposte di riutilizzo produttivo compatibili con la parzialità dei provvedimenti di confisca, con disponibilità a sostenerle e promuoverle coinvolgendo i principali soggetti sociali del territorio che per legge hanno la possibilità di ricevere in affidamento i beni confiscati. Proponemmo fra l’altro, d’intesa con la rete di cooperative sociali già impegnate nella coltivazione di terreni confiscati del territorio, di mettere subito in produzione 100 ettari di terreno a grano tenero. Una coltura semplice per dare un segnale forte. I raccolti sarebbero stati utilizzati da un raggruppamento di panifici che si erano resi disponibili all'utilizzo del grano e ad attivare laboratori locali di panificazione, pastificazione e produzione di biscotti.

“Difficoltà burocratiche” insormontabili sono state sempre frapposte davanti ad ogni ipotesi o proposta di riutilizzo, facendo apparire come pretestuosa l’attesa dei provvedimenti definitivi arrivati solo a maggio scorso, dopo un colpevole abbandono di decenni.

Crediamo che il riutilizzo sociale vero e proprio non possa essere quello messo in campo da Agrorinasce che conferisce, a pagamento, terreni ad agricoltori per metterli a coltura senza alcun ritorno all’intera collettività.  Per queste ragioni, Libera e il Comitato don Peppe Diana non parteciperanno all’ennesima manifestazione di inaugurazione prevista per il 15 settembre prossimo, chiedendo nel contempo al Sindaco di Santa Maria la Fossa, insieme al Consiglio dei sindaci del Consorzio Agrorinasce, alla Prefettura ed all’Agenzia nazionale dei beni confiscati di attivare un tavolo di confronto per dare un futuro produttivo e sociale alla tenuta agricola confiscata de “La Balzana” perché diventi un volano di sviluppo e riscatto dell’intero territorio.