IL COMITATO DON PEPPE DIANA IN ALBANIA CON C.A.U.S.E.

Casal di Principe,13 ottobre 2017

Beni confiscati, la rete del Comitato promuove esperienze internazionali

 

Si conclude oggi, la quattro giorni del Comitato don Peppe Diana in Albania, tra Fieri e Tirana, per il progetto C.A.U.S.E., che ha visto una serie di incontri sui temi del riuso sociale dei beni confiscati alle mafie.

Il “Confiscated Assets Used for Social Experimentations” è un progetto sperimentale finanziato dall'Unione Europea attuato con partners di eccezione come Project Ahead e il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Napoli Federico II.

Attraverso la diffusione di un buon modello di riutilizzo sociale dei beni confiscati, il miglioramento delle regole e delle procedure dell'Agenzia per l'amministrazione delle attività sequestrate e confiscate Albanese (AAPSK), il Comitato don Peppe Diana sta sostenendo la nascita di nuove organizzazioni nonprofit e la formazione di giovani professionisti per gestire i beni confiscati e avviare, così, attività di anticorruzione in Albania.

Il Comitato don Peppe Diana, rappresentato anche dal professore Michele Mosca docente di Economia Politica alla Federico II di Napoli, favorendo, infatti, lo studio e l’analisi delle migliori esperienze internazionali di riuso sociale, a partire da quelle sostenute e promosse in Italia e nello specifico nel Casertano, contribuisce a rendere praticabile, anche in terra albanese, il riutilizzo effettivo e sostenibile dei beni confiscati.

Le organizzazioni nonprofit albanesi che, come da progetto, saranno selezionate attraverso un bando, la cui scadenza è prevista per il 4 novembre, saranno poi ospitate insieme ai rappresentanti dell’Agenzia Nazionale Albanese, a Casa don Diana, bene liberato dalla camorra gestito dal Comitato don Peppe Diana, in via Urano 18 a Casal di Principe.

I soci del Comitato don Peppe Diana, presenteranno su un piano internazionale le esperienze che stanno determinando la trasformazione delle terre di camorra in Terre di don Diana, sane e libere. Gli albanesi capiranno in prima persona quali percorsi siano assolutamente necessari per gestire nell’ottica dell’economia sociale quale antidoto dell’economia criminale, i beni confiscati alle mafie.