LIBERA CASERTA ED IL COMITATO DON PEPPE DIANA 

MANIFESTERANNO A SOSTEGNO DEL CENTRO SOCIALE EX CANAPIFICIO DI CASERTA

La chiusura dei locali del centro sociale ex canapificio di Caserta desta profonda preoccupazione in tutta quella parte di società civile che crede ancora nei valori della solidarietà e della difesa dei diritti, soprattutto in un momento storico in cui il razzismo e la paura del diverso stanno diventando sempre più diffusi. Conosciamo da tempo le attività portate avanti dagli attivisti e dai tanti volontari che operano nel centro sociale e di come siano riusciti, tra le tante difficoltà, ad avviare sia un progetto di accoglienza diffusa, lo Sprar, che le diverse attività di supporto sociale utili ad avviare le condizioni per una vera convivenza pacifica e consapevole. Un  luogo creato da tanti giovani, donne e uomini che nel corso di questi anni sono riusciti ad inserirsi nel tessuto cittadino, un presidio di democrazia e umanità al servizio dei tanti invisibili e senza voce che in quel luogo si sono incontrati, uno spazio accogliente ed inclusivo, aperto al confronto dove si attivano interventi di mutualità e sostegno, necessari in un territorio dove i delitti per mano della criminalità organizzata, l’impoverimento delle famiglie, lo sfruttamento dei migranti e le infiltrazioni della camorra nelle istituzioni sono all’ordine del giorno. E’ per questo che esprimiamo la nostra vicinanza e solidarietà ai volontari dell’ex canapificio garantendo la presenza di Libera Caserta e del Comitato don Diana alla manifestazione indetta per sabato 16 marzo e invitando tutti ad unirsi al corteo perché all’umanità non si appongono i sigilli.  

Chiediamo infine alla Regione Campania, proprietaria dei locali sottoposti a sequestro per inagibilità di intervenire con assoluta urgenza al fine di risolvere le criticità riscontrate e consentire una rapida riapertura con la ripresa delle attività.

Chiediamo al Comune di Caserta, nel frattempo, che individui soluzioni alternative temporanee per scongiurare il blocco delle attività che determinerebbe danni irreparabili non solo ai richiedenti asilo ma anche a tanti cittadini casertani che hanno trovato nel Centro sociale ex Canapificio aiuto e sostegno per le loro fragilità.