16 APRILE 2020

Coronavirus e budget di salute, ripartire dalla centralità delle persone

 

Abbiamo sempre creduto nella straordinaria capacità umana, sociale e sanitaria dei Budget di Salute che mettono al centro la persona con la propria dignità, memoria ed affetti. L’emergenza derivata dal contagio Covid-19 ha rivelato a tutti la fondatezza del sistema che accoglie prendendo in carico.

Un prendersi cura che certamente riesce a donare molti più benefici della semplice residenzialità che spesso va a braccetto con incuria ed abbandono. La presa in carico non può avvenire solo sulle carte e chi conosce il sistema dei budget di salute, questo lo sa bene. Ne sono coscienti le cooperative sociali e le associazioni del Comitato don Peppe Diana che per prime hanno percorso questa modalità di intervento e che differentemente da altri l’hanno sempre difesa. Il welfare sociale ha a che fare con le persone e non con i numeri della burocrazia. Il Comitato Don Diana in questi anni ha promosso numerosi progetti per l’inclusione della persona, favorendo la formazione di reti che mettessero insieme cooperative ed associazioni, istituzioni e società civile. A volte è stato necessario il sostegno di fondazioni private in controtendenza rispetto ad un sistema pubblico che anche recentemente ha tentato di affossare l’eccellenza per ripristinare un ordine non in ordine. Il modello dei budget di salute fa risparmiare soldi pubblici e aiuta concretamente i più deboli. Oggi però, lo sforzo collettivo deve essere ancora più incisivo.

Il viceministro Sileri e lo psichiatra Starace sul modello casertano applicato nei beni confiscati

Ci inorgoglisce che il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, nell’immaginare “un mondo diverso”, abbia ritenuto di accendere i riflettori sull’esempio casertano dei budget di salute. Come Comitato Don Diana abbiamo sempre creduto nella forza di un modello che, per usare le parole di Sileri, “non è semplicemente un’alternativa ma una rivoluzione del pensiero, che pone al centro le persone fragili che non sono numeri di bilancio, non sono rette da pagare o peggio costi, ma sono persone, sono i nostri anziani, sono i più fragili”. Anche Fabrizio Starace, psichiatra e membro della task force di Vittorio Colao, ha ribadito che per ripensare le politiche socio – sanitarie, ci si dovrà ispirare ai modelli virtuosi dei budget di salute già attuati in Campania. Ci conforta che vengano riconosciuti i risultati positivi ottenuti dal lavoro svolto sui beni confiscati alla camorra dalle tante cooperative sociali che da anni, combattendo contro burocrazia ed ostacoli,  garantiscono il reinserimento sociale dei soggetti svantaggiati con percorsi individuali di sostegno e accompagnamento.

Un nuovo welfare, centrale e mai più marginale

La sperimentazione attuata in Provincia di Caserta ha evidenziato che un sistema di welfare fondato sulla solidarietà e il bene comune, in grado di mettere al centro le relazioni umane, è non solo possibile, ma auspicabile per attribuire un ruolo centrale alla comunità. L’auspicio è che quelle istituzioni finora disattente, nel riconoscerne il valore, sappiano finalmente trasformare i budget di salute da sistemi marginali ad approccio principale di un nuovo welfare.