La notizia degli arresti domiciliari concessi a Nunzio De Falco, mandante di omicidi tra cui quello di don Giuseppe Diana, sebbene rientri nelle misure di legge, resta per noi sconcertante.
La sua scarcerazione nasce da specifiche regole ma risuona inevitabilmente come ingiustizia dinanzi alla memoria di don Diana e di tutte le vittime innocenti di camorra. Soprattutto perché non c'è stata nessuna confessione, alcun pentimento, né richiesta di perdono alla famiglia.
A tutti devono essere assicurate le cure mediche e riteniamo che anche all’ assassino più efferato vada garantita una morte dignitosa, così come previsto dalla nostra Costituzione. E’ proprio per questo che riteniamo urgente e necessario che il sistema carcerario si doti di strutture e risorse in grado di gestire anche la fase terminale di detenuti con patologie gravi.
Sapevamo e sappiamo che prima o poi i condannati scontano la loro pena ma temiamo che segnali come questo possano essere di incoraggiamento per coloro che vorrebbero rigettare il territorio nella paura della camorra. I familiari vivono un danno perpetuo. Continueremo ad essere al loro fianco e dalla loro parte, restando sempre vigili. Il Comitato don Peppe Diana e il coordinamento regionale di Libera sono vicini alla famiglia di don Peppe Diana e ad Augusto Di Meo, testimone oculare di quel barbaro assassinio.